Sur la route: Loira, Borgogna, Aquitania, Perigord

RACCONTO DI VIAGGIO

TOUR LOIRA, BORGOGNA, AQUITANIA, PERIGORD

25 aprile – 2 maggio 2024

 

Giovedì 25 aprile 2024 (giorno 1)

 Ore 5,45 pronti partenza: eccoci pronti per iniziare il nuovo  tour che in 8 giorni ci porterà a visitare le regioni di Borgogna, Loira, Aquitania e Perigord.

Il tempo è strano:  si passa dal sole alla neve, ma d'altronde, il tempo è l'unica cosa che non si può prenotare.

La prima tappa di oggi è la visita della città di Beaune e ci aspettano 600 Km.

Alle 15.00 in perfetto orario incontriamo la sorridente  Maris a(nostra guida per questo Tour) pronta ad accompagnarci alla visita della città.

 

Beaune è città d'arte e storia, capitale dei vini della Borgogna,  è situata a circa quaranta chilometri a sud di Digione ed ha un patrimonio eccezionale storico ed artistico eccezionale. Circondata da antichi bastioni, è considerata il centro del commercio vinicolo della Borgogna, come testimonia la famosa vendita all'asta degli “Hospices de Beaune” che si svolge da tempo  ogni terza domenica di novembre.

Il centro storico è sede di alcuni monumenti notevoli e offre allo sguardo ammirato dei turisti i suoi bellissimi palazzi rinascimentali, le graziose case a graticcio e gli incantevoli cortili.

Ci concediamo  il tempo di passeggiare e scoprire i tesori architettonici di Beaune al nostro ritmo...

 

Prima tappa: l' Hôtel-Dieu, gioiello dell'architettura medievale borgognona, costruito nel XV secolo su richiesta del cancelliere del duca di Borgogna Nicolas Rolin, per aiutare i pazienti più indigenti, classificato come Monumento Storico, questo superbo complesso con i suoi famosi tetti di tegole verniciate è diventato un museo di storia della medicina. Durante la visita abbiamo ammirato il magnifico cortile, l'imponente sala dei Pôvres, la cappella gotica, la cucina e la farmacia, nonché un capolavoro di pittura fiamminga del XV secolo: il polittico del Giudizio Universale, attribuito all'artista Rogier van der Weyden.

È in questo luogo che si svolge la più grande asta di vini del mondo nel mese di novembre, (una  parte del ricavato è destinato alla manutenzione dell'Hôtel-Dieu).

Un altro monumento imperdibile è la Collegiata di ispirazione cluniacense di Notre-Dame. Questo stupendo edificio del XIII secolo, una delle ultime grandi chiese romaniche della Borgogna, ha un portale e un'abside gotici, oltre al campanile rinascimentale, all' interno si possono ammirare  una collezione di cinque arazzi quattrocenteschi raffiguranti la vita della Vergine, una cappella rinascimentale e una Vergine nera del XII secolo.

Poco distante, in rue Paradis, abbiamo visitato il Palazzo dei Duchi di Borgogna: classificato Monumento Storico, questo antico palazzo ducale trecentesco ospita il Museo del Vino di Borgogna, dove viene ripercorsa la storia dei vigneti e della vinificazione attraverso collezioni etnografiche e artistiche, arazzi e oggetti di uso quotidiano del sapere enologico.

 

Alle 18,30 arrivati in Hotel, relax e cena alle 20.00

  

Venerdì 26 aprile 2024 (giorno 2)

  Si parte alle 8,30 in perfetto in orario, per raggiungere la nostra prima meta: si viaggia attraverso paesaggi bucolici e campi verdeggianti, mentre Marisa spiega e ci introduce nell'epoca storica che oggi tratteremo con racconti simpatici ed interessanti. Senza accorgerci del tempo che passa piacevolmente, eccoci arrivati  all' Abbazia di Fontenay.

A metà strada tra Auxerre e Digione, non lontano da Montbard in Borgogna, questa Abbazia fa parte dell'eccezionale patrimonio francese, il cui valore architettonico e ambientale è stato riconosciuto dall'UNESCO nel 1981 quando è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale.

Fondata da San Bernardo di Clairvaux nel 1118, l'abbazia di Fontenay è la più antica abbazia cistercense sopravvissuta nel mondo. Mecca spirituale nel Medioevo, fu abitata da monaci fino a quando furono questi furono costretti ad andarsene dopo la rivoluzione francese. L'abbazia divenne poi proprietà di Elie de Montgolfier, nipote degli inventori della mongolfiera, che la trasformò in una cartiera.

Questo luogo rimarrà una storia di questa  famiglia poiché tutt’oggi sono i discendenti che assicurano la conservazione e il restauro della tenuta.

Meraviglia dell'arte romanica, l'abbazia di Fontenay è caratteristica dell'architettura cistercense, nella semplicità armoniosa della maestosa chiesa abbaziale. Abbiamo anche potuto  ammirare il dormitorio dei monaci, la cui imponente struttura in quercia risale al XV secolo, l'elegante chiostro romanico, la sala capitolare con le volte a vela e i capitelli scolpiti, e la fucina, vicino al fiume, che è una delle più antiche fabbriche di lavorazione del metallo in Europa.

 In questo ambiente naturale e verde abbiamo potuto ammirare il giardino alla francese, gli alberi secolari e i giochi d'acqua, posto pieno di  fascino, calma e serenità.

 Dopo la pausa pranzo si riparte per la visita del villaggio di Vézelay.

Punto culminante del patrimonio borgognone e punto di partenza di una delle vie di pellegrinaggio verso Santiago di Compostela dal XI secolo, il villaggio di Vézelay, situato ai confini del Morvan, è rinomato per la sua basilica di Sainte-Marie-Madeleine.

Questo gioiello dell'architettura medievale, inserito nel patrimonio mondiale dell'UNESCO, fu costruito nel XII secolo e restaurato nel XIX secolo dal famoso architetto Viollet-le-Duc. Una volta varcata la porta della sua imponente facciata occidentale, è con meraviglia che si scoprono i tre portali scolpiti del suo nartece. L'incredibile timpano del portale centrale, che rappresenta Cristo in gloria, è di per sé un vero capolavoro dell'arte romanica.

Nella luminosa navata dalle proporzioni maestose, le colonne sono sormontate da superbi capitelli scolpiti del XII secolo che rivaleggiano in eleganza.

Visitando questo luogo eccezionale, si può anche ammirare il coro gotico con volte a crociera, le pitture murali policrome della cripta carolingia, così come le arcate del chiostro e la sala capitolare.

Ma Vézelay non brilla solo per il suo prestigioso monumento o i suoi temi culturali. È anche un villaggio pittoresco classificato tra i più belli di Francia, che domina la valle della Cure. Soprannominata la "collina eterna", è un borgo medievale che merita una visita: la strada principale è piena di fascino, con le vecchie facciate delle case e le botteghe di arte e artigianato. Vicino alla basilica, la terrazza del vecchio castello abbaziale e il suo piazzale ombreggiato offrono uno stupendo panorama della valle del Cure e del Morvan.

Procediamo quindi verso Orléans nostra meta finale di oggi, dove ci attende l'albergo per la notte

 

Sabato 27 aprile 2024 (giorno 3)

 Si parte alle  8,15 ci dirigiamo verso Amboise dove incontreremo, Remigio la guida che oggi ci accompagnerà nella visita dei Castelli della Loira, in sostituzione di Marisa che per oggi ci ha lasciato, a causa di un suo precedente impegno. Salutiamo quindi la Borgogna che ci ha offerto la visione di  un patrimonio unico e vario, paesaggi incantevole, città storiche, abbazie romaniche, deliziosi villaggi e tanta natura.

 

Il castello reale di Amboise nell'Indre-et-Loire, che si affaccia sulla Loira e sull'omonima città, è la testimonianza di un passato glorioso.

Da fortezza medievale fu trasformata nel XV secolo in un sontuoso castello rinascimentale per volontà di diversi re di Francia. Primo fra tutti Carlo VIII, nato proprio nel castello, che ha portato in Francia molti artisti italiani.

Il Re Carlo VIII però morì prematuramente senza poter completare la sua opera, fu il suo successore Luigi XII ad impegnarsi  poi a proseguire i lavori e permise la costruzione della Torre Heurtault.

Dopo di lui, Francesco I decise di innalzare la residenza reale dove si può ammirare una bellissima collezione di mobili gotici e rinascimentali, anch’egli fece arrivare vari artisti italiani per abbellire Amboise, primo fra tutti  Leonardo da Vinci, che nominò "Primo pittore, ingegnere e architetto del Re", gli lasciò inoltre l'uso del maniero di Clos Lucé situato vicino al castello, dove il grande scultore, pittore, inventore trascorse gli ultimi tre anni della sua vita.

Nel Castello di Amboise abbiamo potuto ammirare  stanze riccamente decorate con boiserie, colonne e camini scolpiti, in particolare: la dimora del Re, la stanza delle Guardie con volte a ogiva e gli arazzi del XVI secolo, la sala del Consiglio, forse la più bella del castello, che ha bellissimi pilastri decorati con fiori e gigli, la sala Echanson, anch'essa decorata con mobili d'epoca e arazzi del XVII secolo...

Ai bastioni si trova la cappella di Saint-Hubert, in stile gotico fiammeggiante, che contiene la tomba di Leonardo da Vinci. I giardini sono bellissimi e la vista  sulla Valle della Loira ha “ispirato” numerose fotografie da parte nostra.

 

Finita la visita pausa per il pranzo, (come sempre si apre con un antipasto seguito da un secondo o di pesce o di carne e per finire un dolce ogni volta diverso).

Un consiglio:  se fate un viaggio in Francia poi per 1 mese non fate esami del sangue, vi troverebbero 300 di colesterolo come minimo…

 

Nel pomeriggio andiamo a visitare il Castello di Chenonceaux.

Tra tutti i castelli della Valle della Loira, il castello di Chenonceau nell'Indre-et-Loire è probabilmente uno dei più maestosi. Sarà per la sua famosa galleria che si affaccia sul fiume Cher, per i suoi interni sontuosi o per i suoi magnifici giardini? Sicuramente tutte questi elementi al tempo stesso. Questo edificio è un vero capolavoro del Rinascimento, è stao arricchito da due donne emblematiche: Caterina de' Medici e Diane de Poitiers. Rispettivamente moglie e favorita del re Enrico II, hanno arredato, gestito e protetto il castello. Per la cronaca, Enrico II regalò il castello alla sua amante che ne fu cacciata quando la regina salì al trono.

Un viale di platani conduce all'ingresso del monumento. Ai lati di questo viale si trovano i giardini di Diane de Poitiers e di Caterina de Medici, entrambi adornati da magnifiche aiuole in stile francese. Il castello è composto da tre parti: l'edificio principale a due piani, decorato con torrette angolari, e la grande galleria, lunga 60 metri, con 18 finestre e cinque archi che si affacciano sul fiume. Poi c'è il torrione, resto di un antico castello fortificato, oggi soprannominato Torre des Marques.

Entrando nel castello, l'attenta decorazione che è stata fatta attira subito l'attenzione: mobili rinascimentali, dipinti e arazzi delle Fiandre del XVI secolo decorano le diverse sale.

Abbiamo potuto visitare le stanze del castello e quelle private dei padroni di casa (Francesco I, Diane de Poitiers, Caterina de Medici e la camera delle cinque Regine).

Abbiamo potuto vedere “il gabinetto verde”, ovvero la stanza dove lavorava il reggente e i salotti di Francesco I e di Luigi XIV, le cucine che si trovano in uno stato di conservazione eccezionale. In questa sala a volta, gli ottoni brillano ancora accanto a un camino monumentale.

Una volta usciti dal maniero, ci siamo dedicati ad una piacevole passeggiata nel parco per avere una visione d'insieme dell'architettura del Castello di Chenonceau.

A fine visita ci avviamo verso la cittadina di La Ville aux Dames alle porte di Tours che andremo a visitare domani, non facciamo in tempo ad entrare in albergo e salire nelle camere, che il cielo diventa nero e scarica una pioggia battente, lassù qualcuno ci protegge, forse…

 Domenica 28 aprile 2024 (giorno 4)

 Oggi un sole splendido ci saluta alla nostra partenza dall'albergo ed è di buon augurio per la giornata.

Ci dirigiamo verso la Stazione Ferroviaria di Tours dove salutiamo Remigio e incontriamo di nuovo Marisa che ci accompagnerà per i prossimi giorni.

La capitale della Touraine, Tours è stata la capitale del regno di Francia durante il XV e XVI secolo. La città ha conservato molte tracce del suo passato da scoprire.

La città vecchia e la sua famosa Place Plumereau si trovano in un quartiere molto vivace, e rappresentano il cuore pulsante di Tours. Circondata da case a graticcio e palazzi signorili, questa piazza pedonale è piena di ristoranti e caffè. Il monumento simbolo della città,è  la cattedrale Saint-Gatien in stile gotico, la cui facciata fiammeggiante è riccamente decorata. All'interno si può osservare un coro del XIII secolo, ammirare splendide vetrate del XIII, XIV e XV secolo e vedere le tombe dei figli di Carlo VIII.

Un altro gioiello della città è la Basilica di San Martino di Tours è famosa per la sua cripta che ospita la tomba di Martino di Tours (316-397), che divenne uno dei santi più importanti della cristianità durante l'alto Medioevo.

L'attuale edificio, nel centro storico della città, è stato costruito dal 1886 al 1924 in sostituzione di una vecchia collegiata del XII secolo, saccheggiata durante la Rivoluzione, poi trasformata in stalla e infine demolita. crollo delle sue volte nel 1797, si sono conservate solo due torri: adiacenti alla nuova basilica, testimoniano l'importanza del vecchio sito, noto come uno dei più grandi (110 m di lunghezza) e importanti luoghi di culto religioso fino alla Rivoluzione.

Prima della costruzione della nuova basilica, si è svolto un lungo dibattito tra i sostenitori di un'identica ricostruzione e coloro che hanno ritenuto più ragionevole attenersi a un piano più modesto. La basilica (in pietra calcarea, granito e marmo) progettata dall'architetto Victor Laloux presenta uno stile romano-bizantino. Si notano all'interno i capitelli romanici, i fregi in lunghezza a livello della navata e le pitture parietali (cupola, frontone della volta).

Il coro fu innalzato per ospitare una cripta ricostruttiva della tomba del santo rinvenuta nel 1860 e che ancora oggi è oggetto di pellegrinaggi.

Sulla cupola è installata una monumentale statua in bronzo di San Martino. La vita del santo è rievocata anche sul tetto in vetro con una grafica moderna ma ispirata al romanzo. Il sito è protetto, così come le torri della basilica originaria che sono state restaurate e consolidate.

La stazione ferroviaria, il Municipio e il Tribunale della città sono di una rara bellezza.

Dopo il pranzo salutiamo Tours e ci dirigiamo verso La Rochelle la prossima tappa odierna.

 

La Rochelle, prefettura della Charente-Maritime, ha saputo valorizzare i suoi numerosi punti di forza per far innamorare i turisti che la visitano. Il quartiere del Porto Vecchio, il più emblematico della città, ha ispirato molti pittori e fotografi. Le sue tre torri, classificate come Monumento Storico dal 1879, sono i resti di fortificazioni medievali. La Torre della Lanterna, nota anche come "dei Quattro Sergenti", risale al XV secolo e fu utilizzata come faro prima di diventare una prigione, e sulle sue mura ugonotti, corsari e marinai stranieri hanno inciso circa 600 graffiti in pietra. Dalla cima si gode di una splendida vista sulla città e sul porto!

Le altre due torri, costruite alla fine del XIV secolo, difesero il porto per cinque secoli. La più alta, la torre Saint-Nicolas, misura 42 metri e offre una vista impressionante dal suo cammino di ronda. La Torre della Catena, che chiudeva il canale alle navi, è collegata alla Torre della Lanterna da una cortina muraria. La Porte del Grande Orologio, sormontata da un campanile, fu aggiunta nel XV secolo alla cinta muraria che proteggeva la cittadella.

Il municipio di La Rochelle è uno dei gioielli architettonici della città, classificato come Monumento Storico. Il suo edificio principale rinascimentale, risalente al XV e XVI secolo, è caratterizzato da un muro di cinta in stile gotico fiammeggiante. Sono numerosi i suoi ornamenti, tra cui colonne corinzie, doccioni, terracotta e la torre merlata.

 

Alle 19.00 veramente stanchi siamo quindi giunti  a Rochefort presso Hotel Mercure la Corderie Royale un posto fantastico e dove ci aspettano la cena e il meritato riposo.

 

Lunedì 29 aprile 2024 (giorno 5)

Dopo aver ascoltato la storia della Corderie Royale, situata sulle rive del fiume Charente a Rochefort iniziamo il viaggio verso la meta di oggi, la citta di Bordeaux.

Famosa in tutto il mondo per i suoi famosi vigneti, facciamo la prima sosta presso la Città del Vino struttura che raccoglie tutti i vini prodotti in Francia e nel mondo, posto incredibile nbella sua grandiosità.

La capitale dell'Aquitania ospita anche un patrimonio architettonico prestigioso. Gioiello del XVIII secolo, la città d'arte e di storia di Bordeaux, che dal 2007 fa parte del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, conduce i suoi visitatori nel periodo dell'Illuminismo. Un complesso urbanistico e architettonico dei più interessanti, da scoprire durante una passeggiata lungo le sponde della Garonna, le strade eleganti e le piazze maestose. Tra i luoghi imperdibili ereditati da questo periodo, citiamo la vivace place de la Comédie, con il suo Grande Teatro in stile neoclassico ornato da grandi colonne corinzie, place de la Bourse con la fontana delle Tre Grazie, e le Allées de Tourny.

Passeggiare lungo il centro storico significa partire alla ricerca della Bordeaux medievale: ne sono testimonianza la cattedrale Saint-André dai portali scolpiti, il coro gotico e la tribuna d'organo rinascimentale, l'imponente porta Cailhau dedicata a Carlo VIII, la chiesa Sainte-Croix dalla facciata scolpita in stile romanico saintongeais, o ancora la porta della Grande Campana, campanile dell'antico municipio. A pochi passi si trova la famosa strada pedonale Sainte-Catherine, una lunga arteria commerciale apprezzata dagli amanti dello shopping, che collega place de la Victoire a place de la Comédie.

Abbiamo passeggiato  in direzione dell'immenso piazzale dei Quinconces dove si ergono, da un lato, le due colonne rostrate, e dall'altro l'illustre monumento ai Girondini eretto alla fine del XIX secolo in memoria dei deputati girondini vittime del regime del Terrore. Quest'ultimo, classificato Monumento Storico, si compone di due vasche ornate da cavalli marini in bronzo e di una colonna alta 43 metri, in cima alla quale si trova una statua della Libertà che rompe le catene.

Dolci tipici di Bordeaux sono i  famosi "canelés", deliziosi dolcetti profumati al rum e alla vaniglia…

 

Martedì 30 aprile 2024 (giorno 6)

Un sole bellissimo ci saluta al mattino e anche la temperatura è ottima per la scalata che ci aspetta alla Duna di Pilat.

Maestosa, impressionante, spettacolare, insolita... La famosa duna di Pilat non può lasciare indifferenti!

Questa formazione sabbiosa, situata lungo il bacino di Arcachon, nel comune di La Teste-de-Buch, è la duna più alta d'Europa. Le sue dimensioni incredibili sono da sogno: tra 100 e 115 metri di altezza a seconda degli anni, 2,7 km di lunghezza e 500 metri di larghezza! Sorprendente l’altezza ma ancor di più il panorama eccezionale che offre dalla sua cima. Dopo aver salito le scale messe a disposizione del pubblico da aprile all'inizio di novembre, è possibile scoprire da un lato un'immensa foresta di pini, vero oceano di verde, e dall'altro l'Atlantico, la punta di Cap Ferret e la riserva naturale del banco di Arguin che si trova all'ingresso del bacino di Arcachon... Un momento indimenticabile!

Per il pranzo ci avviamo verso Arcachon dove ci aspetta un ristorante sul mare e dove chi vorrà potrà assaggiare le loro famose ostriche fresche.

Infatti Arcahon è celebre per l'ostricoltura e le stazioni balneari raffinate, questo piccolo mare interno aperto sull'oceano è straordinario anche per il suo patrimonio naturale. Protetto dalla penisola di Lège-Cap-Ferret, il bacino di Arcachon gode di un clima mite e di tanto sole per tutto l'anno.

Dopo pranzo riprendiamo il nostro viaggio verso Saint-Émilion.

Annidato nel centro di uno dei vigneti più prestigiosi del bordolese, il famoso villaggio di Saint-Émilion, se è noto a tutti per i grandi vini, può anche vantarsi di un patrimonio architettonico di tutto riguardo!

Il borgo medievale, pieno di fascino, fieramente annidato su un promontorio roccioso, rende felici gli amanti dei palazzi antichi: qui abbiamo passeggiato lungo i vicoli costeggiati da antiche dimore. Abbiamo visitato la Torre du Roy: panorama spettacolare!

Questo maestoso torrione del XIII secolo offre infatti dalla sua cima una bellissima vista sui tetti e i vigneti di Saint-Émilion. Abbiamo inoltre ammirtoe il chiostro della collegiata e le antiche nicchie funerarie, l'insolita chiesa monolitica dell'XI secolo scavata nella roccia o il chiostro dei Cordeliers dalle eleganti colonne.

Per quanto riguarda i buongustai e i gourmet, qui chi ha voluto, ha potuto assaporare una grande annata, e/o i deliziosi dolcetti chiamati "macarons"

 

Anche oggi abbiamo "tirato tardi" sono le 19.00 siamo ancora in viaggio per raggiungere la nostra meta finale di oggi, ossia Périgueux.

 

Mercoledì 1 maggio 2024 (giorno 7)

 Colazione ore 6,30, oggi sarà una giornata piena quindi alzataccia ma ne varrà la pena, quindi si parte da Périgueux per attraversare il Périgord, il tempo è decisamente orientato alla pioggia, speriamo rimanga solo pioggerellina!!!!

 Il Périgord si presenta in 4 colori: nero, viola, bianco e verde. Storicamente, le tracce di questi nomi si trovano nei libri antichi: il Périgord nero si riferisce alla foresta (scura), e talvolta anche ai tartufi. Il Périgord bianco si riferisce ai terreni gessosi e calcarei che si possono vedere nel paesaggio, il Périgord verde è caratterizzato dai suoi prati e, più recentemente, il Périgord viola ha preso il nome dal vino, dato che qui ci sono molti vigneti.

 Prima sosta Les Eyzies a circa una cinquantina di chilometri di Perigueux,

capitale mondiale della Preistoria gode di reputazione turistica internazionale per la sua architettura imponente e i suoi molti siti antichi incredibilmente ben conservati che affascinano tutti i visitatori. Di origine antichissima, il sito è stato abitato fin dal Paleolitico, come testimoniano i resti ritrovati in loco. Ha ancora oggi un patrimonio naturale di ricchezza impressionante e, quindi, attrae turisti da tutto il mondo che vogliono godersi il fascino dei suoi paesaggi.

Seconda tappa Le Château de Beynac:  è un castello fortificato di Beynaz è il più autentico del Périgord: una fortezza feudale emblematica, eretta dal 1115 sulla sua cima rocciosa che domina la Dordogna. Tra cielo e terra, da una prigione sotterranea, a 152 metri sopra il villaggio di Beynac.

 Terza Tappa:  la pioggerellina si è trasformata in pioggia battente, ma non ci ferma nessuno, siamo nel cuore del Périgord Nero, Sarlat-la-Canéda è una tappa irrinunciabile per gli appassionati di architettura. Il centro storico medievale invita alla passeggiata ed è ricco di stradine pittoresche e palazzi gotici o rinascimentali, come palazzo Plamon, palazzo Magnanat o palazzo Vassal.

A Sarlat ci fermiamo per la pausa pranzo.

 Ultima tappa di oggi prima di arrivare alla meta finale Clermont Ferrand è la città sacra e nota località di pellegrinaggio, Rocamadour, arroccata su una falesia calcarea, domina maestosa il canyon dell'Alzou.

Un ambiente ancora selvaggio e incontaminato! Famosa per i santuari, in particolare quello della Madonna Nera, Rocamadour attira ogni anno un gran numero di visitatori e pellegrini. Il villaggio di Rocamadour, d'altronde, è la località più visitata di Francia dopo Mont-Saint-Michel! Dopo aver salito i 216 gradini, sotto la pioggia che ormai non ci abbandona, della Grande Scalinata che conducono al sagrato delle chiese, pellegrini e turisti scoprono i sette santuari di Rocamadour, fra i quali la cappella di Notre-Dame, la basilica del Santo Salvatore e la cappella di Saint-Michel. Imperdibile la cappella di Notre-Dame o cappella miracolosa che custodisce una statua della Madonna Nera risalente al XII secolo. Nei pressi della cappella si trova la tomba di San Amadour.

Alle 17.00 tutti sul pullman ci aspettano gli ultimi 250 km. prima di arrivare in albergo.

 Giovedì 2 maggio 2024 (giorno 8)

 Clermont Ferrand: si parte a piedi alle 8,30 dall'albergo per l'ultimo giro della città con Marisa, il tempo è clemente: nuvoloso, ma niente pioggia o almeno solo poche gocce che non ci obbligano a usare gli ombrelli.

In una posizione geografica ideale, tra la Limagne e la catena dei Puys, Clermont-Ferrand è il capoluogo dell'Alvernia, nonché luogo natale del celebre matematico e filosofo Blaise Pascal. La città possiede un ricco patrimonio culturale e storico, di cui sono una testimonianza le numerose dimore signorili, come il palazzo di Fontfreyde, palazzo Savaron o il palazzo di Chazerat. Il centro storico vanta anche splendidi edifici religiosi, come la cattedrale di Notre-Dame-de-l'Assomption, opera gotica costruita in pietra lavica nera di Volvic, con splendide vetrate antiche, o la basilica romanica di Notre-Dame-du-Port, riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità, con il suo magnifico coro ornato di capitelli scolpiti e la cripta con la Vergine Nera, che ogni anno richiama numerosi pellegrini.

La costruzione della Cattedrale di Nostra Signora dell'Assunta è iniziata nel 1248 sotto la guida dell'architetto Jean Deschamps e l'episcopato di Hughes de La Tour, sorge sul luogo di precedenti chiese come dimostra la cripta. Ci sono voluti sette secoli per finire con interruzioni di costruzione lunghi. E 'Viollet-le-Duc nel XIX secolo, che ha costruito le 3 campate, il portale e le frecce Occidente. È caratterizzato dall'uso di pietra lavica, scurissima. Lo stile della Cattedrale è ispirato dallo splendore gotico della Île-de-France.

Passeggiando per il centro storico, abbiamo ammirato le eleganti dimore di  Rue Pascal, le  pittoresche Rue des Gras e Rue des Chaussetiers, nonché le deliziose fontane in pietra lavica, fra cui spicca la fontana d'Amboise, sublime opera del Rinascimento.

Abbiamo visto la Place de Jaude, dove si trova una statua equestre di Vercingetorige realizzata dallo scultore Bartholdi: è il cuore pulsante della vita cittadina, anche commerciale.

Alle 11,30 salutiamo Marisa e partiamo in direzione Monza.

 

 

Eccoci qui sulla strada del ritorno, affaticati dai 2800 km. e dai 400 e più gradini fatti, ma con la testa ancora piena di tutte le meraviglie che abbiamo ammirato e goduto.

Avevamo iniziato il Tour un po' sottotono, in quanto questo viaggio era stato programmato da e con Valter, la guida che l'anno scorso ci aveva fatto innamorare della Normandia e Bretagna, e che purtroppo non ha potuto accompagnarci per sopravvenuti problemi di salute.

Quando abbiamo incontrato Marisa, la guida che sostituiva Valter, eravamo tutti un po' spaesati, ma sinceramente giorno, dopo giorno, nonostante qualche incomprensione, abbiamo trovato una sintonia anche con lei, e la nostra "guida ribelle", come si è definita Lei, ci ha conquistati.

Il tempo non prometteva nulla di buono, ma con noi è stato benevole, le nuvole cariche di pioggia ci hanno seguito per alcuni giorni, lasciando poi il posto al sole e solo gli ultimi 2 giorni la pioggia ha vinto, ma equipaggiati a dovere non ci ha di certo fermato.

Borgogna, Loira, Aquitania e Perigord regioni con caratteristiche diverse ma nel contempo affascinanti proprio per la loro diversità.

… E la differenza l'ha fatta soprattutto il nostro autista Alessandro, sempre calmo e pronto a superare ogni imprevisto, con un servizio bar super efficiente tanto da avere a disposizione tutti i tipi di caffè e tè facendoci sentire a casa, e alla fine del viaggio possiamo dire che è entrato nei nostri cuori. Un ultimo ringraziamento va alla nostra Luigia che pur in un momento delicato, non ha mai smesso di fornire il suo indispensabile contributo organizzativo. Per cui finisco con la solita frase " Alla prossima avventura ragazzi !!"

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